Mentre ci si prepara alla finale del Grande Fratello Vip 6, Alfonso Signorini parla a Il Corriere della Sera del reality show, commentando tutti i concorrenti.
Un’intervista sorprendente, quella di Alfonso Signorini sul Gf Vip, in cui il conduttore ha affrontato i delicati argomenti che hanno caratterizzato questa edizione del programma.
Una delle questioni più spinose di questo Grande Fratello Vip riguarda le accuse di razzismo. Su questo Alfonso Signorini ammette che ci sia stata un’esagerazione da parte degli inquilini della casa più spiata d’Italia: “A un certo punto la situazione era sfuggita di mano e mi sono sentito in dovere di parlare a tutti e dargli un consiglio: uscite piuttosto che dare il peggio di voi come state facendo, vi fate del male da soli”, ha detto il direttore di Chi ricordando il momento in cui decise di fare irruzione nella casa per una ramanzina collettiva.
Una delle protagoniste di questa edizione del reality finita nel mirino della polemica è stata senza dubbio Katia Ricciarelli: al pubblico è apparsa come una donna controversa e Signorini conferma questa visione. “Katia Ricciarelli dimostra che l’archetipo della nonnina di Cappuccetto Rosso non esiste: si associa l’idea della persona più che matura alla quintessenza della bontà e dell’accoglienza, ma lei è tutto fuorché buona e accogliente. Mi piace portare in scena queste contraddizioni”, queste le parole di Alfonso.
Il pubblico ha invocato diversi provvedimenti, come le squalifiche, ma quest’anno gli autori hanno deciso di cambiare rotta e di liberarsi dal giogo del politically correct, preferendo mostrare le frizioni tra i concorrenti nella loro interezza. Una scelta aspramente criticata, che Signorini giustifica così: “Nelle edizioni precedenti eravamo più rigorosi e inflessibili, e ci sono stati attriti e contrasti nel gruppo di lavoro. A me ad esempio la squalifica di Fausto Leali per la N-word era sembrata esagerata e fuori luogo. Fin dall’inizio ho messo sul tavolo che volevo un’edizione che fosse più spregiudicata come è nella natura del programma. Poi i social trasformano tutto in un caso nazionale, ma se ragionassimo solo con il politicamente corretto non dovremmo nemmeno andare in onda 24 ore su 24″.
Lo stesso conduttore del reality di Canale 5 è finito alla gogna per alcune sue dichiarazioni in merito all’aborto e, in particolare, riguardo all’utilizzo di un “noi” che ha lasciato intendere come le parole del conduttore potessero essere condivise dall’intera produzione e rete Mediaset. “Uso spesso il plurale maiestatis, non posso? Ammetto che sarebbe stato un errore se fosse stato un discorso serio in un contesto serio”, ha precisato Signorini.
Il direttore di Chi ha posto l’accento anche sulla mancanza di autoironia degli inquilini scelti per questa edizione del reality. Secondo il presentatore sarebbero dovuti essere disposti ad accettare una maggiore leggerezza: “Chi accetta di partecipare a questo tipo di programmi è accomunato da un ricorrente sentire: si prendono tutti tremendamente sul serio, non hanno il minimo senso dell’autoironia e dell’autocritica, ogni discorso gronda di retorica. Io invece penso che la leggerezza sia il segreto della vita“, ha concluso il conduttore.