Flavio Insinna ha spiazzato il pubblico con il racconto di questo aneddoto.
Nel corso di un’intervista a Mara Venier negli studi di Domenica In, su Rai Uno, Flavio Insinna ha rivelato un retroscena inedito.
Lui è uno dei conduttori e attori più amati del piccolo e grande schermo nostrano, attualmente al timone del quiz show di Rai Uno, in onda tutti i giorni in prime time, L’Eredità.
Stiamo parlando chiaramente di Flavio Insinna. Dopo qualche periodo di assenza, Insinna è tornato al suo grande amore, la recitazione. Lo abbiamo visto di nuovo, nel corso della prima puntata della tredicesima stagione di Don Matteo, nei panni del Colonnello Flavio Anceschi.
Nella serata di domani, però, Flavio Insinna torna da protagonista in una serie che racconta una grande storia del nostro Paese.
Nel corso dell’intervista rilasciata nel pomeriggio di oggi a Mara Venier nello studio di Domenica In – talk di Rai Uno – il conduttore de L’Eredità, Flavio Insinna, ha parlato della serie che lo vedrà protagonista. Si tratta di A muso duro e debutterà in prima serata, sempre su Rai Uno, nella serata di domani, lunedì 16 maggio. Per questo ruolo, ha rivelato Insinna, ha dovuto per esigenze di copione tingersi i capelli. La cosa è stata notata da alcuni telespettatori de L’Eredità: “Adesso si può dire, voi non ve ne siete accorti ma abbiamo fatto dei giochi di prestigio perché giravo e conducevo. E quelli più appassionati se ne sono accorti ed hanno detto ‘Insinna si è impazzito e si è tinto i capelli’, ma non era per vanità erano neri per il film”.
Flavio Insinna interpreta, nella serie A muso duro, il Professor Antonio Maglio, medico e dirigente INAIL che negli anni ’50, partendo dalla struttura creata a Roma riesce, tra mille difficoltà, ad organizzare nel ’60 la prima Paralimpiade della storia. Il dottor Maglio ha dedicato tutta la sua vita al recupero sociale delle persone disabili attraverso lo sport. Flavio Insinna ha conosciuto, anni fa, il Professor Maglio: il papà del conduttore, infatti, era un noto medico della Capitale.
Ha raccontato: “Io papà non lo ringrazierò mai abbastanza perché ad 8 anni vedendo per la prima volta il basket in carrozzina mi ha aperto un mondo. La chiave nella vita ed anche e soprattutto nella disabilità e lo stare insieme e lo sport”.