Follower increduli davanti all’ultima scelta della showgirl argentina: le foto su Instagram deludono i fan.
Belén Rodríguez è nuovamente al centro del gossip e non per le consuete questioni di cuore che suscitano l’interesse di tanti. Il motivo, questa volta, è ben diverso e ha scatenato non poche perplessità anche tra i fan più fedeli della showgirl argentina.
A scatenare la bufera intorno alla conduttrice di “Tú sí que vales” è stata una sponsorizzazione apparsa sul suo profilo Instagram. Qui, infatti, la co-fondatrice del prestigioso marchio “Hinnominate”, ha postato alcune foto in cui promuove “Shein”, il popolare brand di moda low cost.
E lo fa indossando proprio dei capi del noto marchio, che tanto ha fatto discutere negli ultimi tempi. Il colosso cinese, infatti, è finito sotto i riflettori della stampa internazionale dopo l’inchiesta che ne ha rivelato i lati oscuri, e i follower di Belén Rodríguez non sembrano pertanto disposti a perdonare alla celebrità la collaborazione con l’azienda del fast fashion per eccellenza.
Molti dei follower della showgirl argentina hanno trovato la sponsorizzazione non solo inappropriata, ma anche incoerente rispetto ai valori in cui lei stessa ha sempre affermato di credere in diverse occasioni. “Non si può pubblicizzare e fomentare vendite per un brand che sfrutta il lavoro di tante donne, obbligate persino a lavarsi i capelli sul posto di lavoro poiché costrette a lavorare 18 ore al giorno senza giorno libero! E non è neanche corretto, dati i tempi, sponsorizzare un brand che crea capi decisamente inquinanti e cancerogeni. Basta con questo scempio!”, si legge sotto il post. Un altro utente commenta: “Non ci posso credere che sponsorizzi un marchio come Shein dove c’è sfruttamento delle persone e inquinamento a non finire! Una persona come te ha la fortuna di poter scegliere e dire no!”. E poi: “Chissà quanto ti hanno pagato…Ma avevi proprio bisogno di quei soldi? Di un’azienda che sfrutta i suoi lavoratori e usa materiale scadente”.
Le parole indignate del popolo social raccontano, purtroppo, una verità fin troppo reale. Di recente, infatti, l’inchiesta “Untold: Inside the Shein Machine” realizzata dalla reporter Iman Amrani ha portato alla luce gli aspetti più oscuri della produzione dell’azienda cinese, basata sull’ipersfruttamento della manodopera. Festività inesistenti, giornate lavorative di 18 ore e paghe che non arrivano neanche a 600 euro mensili, addirittura decurtate per ogni errore commesso, per un brand che con i suoi introiti supera quelli di H&M e Zara messi insieme. Uno scenario che accomuna molti dei giganti del fast fashion, la cosiddetta moda usa e getta, per cui lo sfruttamento senza controllo di persone e di risorse durante tutto il processo di produzione è all’ordine del giorno.