Il cantante Ermal Meta, in un’intervista, ha parlato della sua infanzia turbolenta, dell’abbandono dell’Albania per l’Italia e della sua famiglia. Ecco cosa ha detto.
Le parole di Ermal Meta
Lui è uno dei cantanti più amati e uno dei talenti più cristallini della musica italiana. Nella scorsa edizione del Festival di Sanremo è giunto terzo con il brano Un milione di cose da dirti, ma la kermesse l’ha vinta, in coppia con Fabrizio Moro nel 2018, con Non mi avete fatto niente. Stiamo parlando chiaramente di Ermal Meta, il quale, in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, ha parlato della sua infanzia e dalla sua famiglia. Quando aveva 13 anni, sua mamma lasciò l’Albania, con loro il fratello e la sorella di Ermal, per la volta dell’Italia.
Dietro quella fuga, una figura di marito e padre autoritaria e violenta. Ha raccontato Ermal Meta a cuore aperto: “Le famiglie possono essere tradizionali o non esserlo. Quel che serve è l’amore: io ho avuto una famiglia tradizionale che era terribile. Mio padre non era una brava persona, avrei preferito mille volte qualcosa di differente”.
Un passato tenebroso
Il cantante aveva già parlato del rapporto conflittuale con suo padre, considerato violento, nella canzone Lettera a mio padre del 2014. Nel brano Vietato Morire, del 2017, descrive la violenza domestica e dedica il pezzo a sua madre, la quale ha avuto il coraggio di lasciare l’Albania e suo marito, per il bene dei suoi figli, e ricominciare una vita in Italia.
Ha concluso Ermal Meta: “Io prima di venire in Italia non sapevo neanche cosa volesse dire guardare all’estero. Pensavo all’Italia e pensavo al vuoto. Così quando siamo arrivati in Puglia ricordo le strade grandi e dritte perché in Albania erano tutte curve, per non far atterrare i nemici”.