“Canzone offensiva” l’ex di Amici Sangiovanni nella bufera: social in rivolta

Sangiovanni è tornato con un nuovo album ma anche con una nuova identità contraddistinta dall’addio del cantante ai suoi amati boccoli. Ma negli ultimi giorni sono state le sue parole a far discutere. Scopriamo insieme cosa è accaduto. 

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Sangiovanni ad Amici

Dopo la fortunata esperienza Sanremese che ha visto il giovane cantante piazzarsi al quinto posto della classifica finale con il suo brano Farfalle, Sangiovanni è tornato con Cadere Volare, album uscito per Sugar e distribuito da Universal.

Il nuovo taglio di capelli è solo uno degli elementi che segna la fine della prima fase della carriera del cantante diciannovenne, iniziata con il secondo posto di Amici, continuata con il successo di Malibù e terminata con il Festival di Sanremo.

Adesso per Sangiovanni è arrivato il momento di dare il via a una nuova fase, forse la più difficile, poiché orientata a mantenere e migliorare i risultati ottenuti in precedenza ma senza l’esposizione mediatica fornita dal percorso all’interno del talent show di Maria De Filippi.

Cadere Volare, il nuovo album di Sangiovanni

Il giovane cantante ha aperto le danze con un Cadere Volare, album che fin dal primo ascolto mostra una crescita sul piano della scrittura rispetto al progetto che l’ha preceduto. In tutti i brani Sangiovanni mostra un lato diverso di sé e soprattutto inedito agli ascoltatori, esprimendo sentimenti ma anche opinioni.

E proprio queste ultime sono ciò che hanno attirato l’attenzione degli utenti del web. In particolare l’ex allievo di Amici all’interno di che gente siamo, secondo brano dell’album, si lancia in una critica a quello che viene comunemente riconosciuto come il politically correct. Nel ritornello della canzone il cantante afferma: Non si può dire più un c***o ma a creare scalpore è uno dei versi contenuti nella prima strofa in cui canta: “Semmai andrò in prigione è perché ho detto n***o in tele”.

L’utilizzo della n-word da parte del diciannovenne non ha lasciato indifferenti gli ascoltatori dando il via a una polemica social che, come spesso accade, ha diviso il pubblico in due parti. Da una lato coloro che sostengono Sangiovanni riprendendo un’argomentazione molto comune riguardo la differenza tra parole e gesti, dando molta più importanza ai secondi; dall’altro coloro che criticano il cantante sottolineando che la n-word non possa essere utilizzata se non da chi ne ha il diritto.

Questa ulteriore polemica che ha dominato i social network per sole 24 ore, è l’ennesima dimostrazione di come i dibattiti sulle piattaforme online tendano a polarizzare gli utenti che si dividono in due fazioni: noi contro voi, bianco contro nero, mettendo da parte la complessità e le sfumature dettate dal contesto in cui l’oggetto della polemica è avvenuto.

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Sangiovanni al centro della polemica: ecco cosa è accaduto

Nel caso di Sangiovanni, lo stesso artista durante un’intervista a Billboard Italia facendo riferimento al brano in questione ha spiegato: “Mi lamento di non poter esprimermi (ma vale anche per gli altri) senza che qualcuno storpi il contenuto e senza che venga giudicato per forza. Alla fine, non c’è così tanta libertà di espressione come sembra”.

Se sull’assenza di libertà di espressione non si può essere d’accordo perché se questa non ci fosse, lo stesso cantante non avrebbe potuto utilizzare la n-word all’interno del suo brano; dalle sue parole si percepisce come il messaggio di che gente siamo voglia essere quello di non limitarsi a muovere una critica sulla base di un’affermazione o di un estratto ma di valutare sempre il contesto in cui questa si inserisce.

Quindi l’utilizzo della n-word in che gente siamo ha probabilmente un intento provocatorio, ma il concetto non è espresso nel migliore dei modi e rischia, come è poi accaduto, di essere frainteso. Inoltre la leggerezza con cui il termine viene inserito all’interno del brano sembra essere priva di considerazioni e approfondimenti riguardo il peso e la storia della parola in questione, che non dev’essere cancellata dal vocabolario ma usata con cognizione di causa e all’interno del giusto contesto.