Alessandro Borghese è uno degli chef più famosi e amati del mondo dello spettacolo italiano. I telespettatori sono sempre incollati allo schermo non solo per apprendere l’arte culinaria, ma anche perché amano in modo in cui conduce i suoi programmi televisivi.
Di recente ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui ha parlato del ristorante Il lusso della semplicità che gestisce nel cuore del capoluogo lombardo. Si è lasciato andare in una confessione del tutto inaspettata. Ecco cosa ha detto.
Nato a San Francisco il 19 novembre 1976, Alessandro Borghese ha lavorato come cuoco per ben tre anni sulle navi da crociera. Una volta rientrato in Italia, ha frequentato la scuola di sommelier ed è volato a New York.
Tornato di nuovo in Italia, ha lavorato per diversi ristoranti e nel 2017 ha aperto il suo primo ristorante a Milano. Nel frattempo è entrato a far parte del mondo dello spettacolo nel 2005 con il programma Cortesie per gli ospiti.
Dal 2015 conduce lo show di successo Alessandro Borghese – 4 ristoranti su Sky uno. Nel 2001 ha condotto Piatto ricco con due squadre capitanate da Frank Matano e Mara Maionchi. Di recente ha rilasciato un’intervista e ha parlato del motivo che non permette ai ristoranti di trovare personale.
“A me nessuno ha mai regalato nulla”
“Sa che cosa è successo lo scorso weekend? Quattro defezioni tra i ragazzi della brigata, da gestire all’ultimo minuto, e nessuno disposto a sostituire. Così a cucinare siamo rimasti io e il mio braccio destro: 45 anni io, 47 lui”. Poi ha proseguito nel suo discorso: “I ragazzi, oggi, hanno capito che stare in cucina o in sala non è vivere dentro a un set. Vuoi diventare Alessandro Borghese? Devi lavorare sodo. Mi sono spaccato la schiena, io, per questo lavoro che è fatto di sacrifici e abnegazione. Ho saltato le feste di compleanno delle mie figlie, gli anniversari con mia moglie. Ho nuotato con una bracciata sempre avanti agli altri perché amo il mio mestiere. La pandemia ha lasciato il segno, vero, ma ora abbiamo svoltato: i ristoranti sono tornati a lavorare, la gente c’è”.
“Oggi ci sono ragazzetti senza arte né parte”
“Oggi ci sono ragazzetti senza arte né parte che di investire su se stessi non hanno la benché minima intenzione. Manca la devozione al lavoro, manca l’attaccamento alla maglia. Alle volte ho come l’impressione che le nuove generazioni cerchino un impiego sperando di non trovarlo perché, quando poi li chiami per dare loro una possibilità, non si fanno trovare”.
