Non è l’Arena, puntata del 27 febbraio, Giletti sulla guerra in Ucraina: “Vado un po’ controcorrente”

Anticipazioni e curiosità sulla puntata di questa sera, in onda su La7 dalle 21.00 circa, del talk Non è l’Arena, condotto da Massimo Giletti. Ecco tutti gli ospiti della puntata. 

Scopriamo insieme tutti gli ospiti della puntata di stasera e i temi trattati dal talk.

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa sera, dalle ore 21.00 circa su La7, andrà in onda un nuovo appuntamento con il talk Non è l’Arena, condotto da Massimo Giletti. Ampio spazio, naturalmente, verrà riservato alla guerra in Ucraina, ma si discuterà anche degli effetti – dalla crisi umanitaria e quella economica – del conflitto.

Si approfondirà, in particolar modo nella seconda parte del programma, ai primi effetti del conflitto, come l’aumento dei carburanti. Per capire meglio quello che sta accadendo, Massimo Giletti illustrerà una roadmap della crisi dal 2014 sino ai nostri giorni.

Si tratta dunque di uno speciale del programma e non è escluso che, nei prossimi giorni, La7 possa mandare in onda un altro speciale di Non è l’Arena.

Gli ospiti di questa sera

Dunque, il talk si aprirà con il conflitto in Ucraina, con tanti ospiti in studio. Ci saranno dei collegamenti, dei reportage e tanto altro. In studio:  Vincenzo Camporini, Peter Gomez, Gad Lerner, Vera Shcherbakova, Nathalie Tocci, Nicolay Lilin, Vladislav Maistruk. E ancora:  Alan Friedman, Emanuele Dessi’, Francesca Donato, Luca Telese, Tommaso Cerno, Guido Crosetto, Barbara Lezzi, Luigi Scordamaglia e Ernesto Preatoni.

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Le parole di Massimo Giletti

Nel suo consueto collegamento domenicale con Non Stop News, su RTL 102.5, il conduttore Massimo Giletti ha parlato della puntata che andrà in onda questa sera. Ha spiegato: “Io vado un po’ controcorrente rispetto alla visione di dare solo ed esclusivamente colpa a Putin. Penso che l’Occidente debba avere il coraggio di guardare dentro se stesso. Quando si liberò il mondo dell’est dal comunismo, non si è ottenuta la libertà”. 

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E ancora: “Forse l’Occidente si doveva capire perché questa libertà doveva passare per la democrazia. […] Putin è lì da 22 anni, è un uomo solo al comando, abituato a vedere in un certo modo l’Occidente. Mi sembra che l’Occidente portando la Nato ai limiti della Russia abbia fatto troppo in fretta e abbia dato degli elementi a Putin per vedere questa posizione come un’umiliazione”.